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Cari genitori, non avete bisogno di un libro su come essere un bravo genitore, ma a volte, quando si hanno delle ansie o delle do mande semplici o più complesse che provengono da altrettante preoccupazioni, vi succede di consultare libri o giornali. Proviamo quindi a condividere con voi una guida molto semplice da consultare in momenti particolari. Forse vi aiuterà, mamme e papà, nel costruire una buona relazione con il vostro bambino. Ogni genitore conosce il meglio per il proprio figlio. Non esistono guide, risposte, formule o consigli vincenti e validi per tutti; si tratta, semplicemente, di trovare dentro se stessi le capacità, che ognuno di voi ha, di allevare il proprio figlio cominciando a mettersi in prova con una certa dose di sicurezza. Con queste informazioni, scritte con rispetto verso i vostri orientamenti, preferenze, tradizioni e culture, cercheremo di aiutarvi in questa bellissima e unica esperienza di persone impegnate nella responsabilità della crescita di un nuovo essere umano. Un unico consiglio: osservate vostro figlio e cercate le risposte ai suoi bisogni seguendo il vostro istinto in modo di realizzare finalmente un incontro fra voi, senza esperti e con il maggior confronto possibile. Tanti cari auguri.

 

La prima settimana

 

Il ritorno a casa, specie per un genitore alla prima esperienza è l’inizio di un processo di conoscenza tra mamma o papà e il suo bambino. Man mano che si acquistano sicurezza e confidenza, le cose di ventano più semplici; nelle prime settimane, ma forse possiamo dire anche nel primo mese, è proprio la conoscenza reciproca la base di tutto l’accudimento. Non abbiate timore di toccare il vostro bambino, di tenerlo in braccio, nel marsupio o avvolto in una comoda fascia. I bambini hanno bisogno di contatto fisico e di sentirvi vicini, con la voce e con il corpo. Parlate con lui/lei sempre, o ancora meglio cantate, cantate quello che vi piace di più, piacerà anche a lui/lei: la vostra voce piace, è conforto, ma anche un modo importante per entrare in sintonia. Così come lo sguardo, cercate il suo sguardo e guardatelo negli occhi mentre lo allattate o parlate con lui/lei.

 

Qualche consiglio sulla pulizia

 

Lavate con delicatezza, ma ogni giorno, tutte le parti più esposte e le estremità, cioè il viso, il collo, le mani e il culetto del bimbo. Per farlo, scegliete un momento della giornata nel quale sia sveglio e tranquillo, e assicuratevi che la stanza sia sufficientemente calda. Non è necessario, come si suggerisce, che il bimbo sia digiuno. Tenete a portata di mano tutto quanto servirà: acqua tiepida, asciugamani, ovatta, un pannolino pulito, abiti puliti. Poggiate il bambino sulle ginocchia o sul fasciatolo, togliete i vestiti, a eccezione della maglietta e del pannolino; avvolgetelo nell’asciugamano. Inumidite l’ovatta nell’acqua e passatela delicatamente intorno agli occhi partendo dal naso, usando un batuffolo di ovatta pulito per ogni occhio. Con un batuffolo pulito pulite il contorno delle orecchie ma non l’interno. Procedete nello stesso modo per pulire il resto del viso, collo e mani, e tamponate delicatamente con l’asciugamano. Ora procedete a cambiare il pannolino.

 

Il bagnetto

 

Un bagnetto, due o tre volte alla settimana, è più che sufficiente, ma potete farlo anche tutti i giorni se questo momento piace al bimbo. Evitate i momenti in cui appare stanco o affamato. Assicuratevi che la stanza sia calda, preparate tutto ciò di cui c’è bisogno: la vaschetta con l’acqua calda, l’ovatta, due asciugamani (in caso di incidenti), un sapone liquido (da evitare se c’è una particolare secchezza della cute; in questo caso è da preferire un delicato olio da bagno), un pannolino pulito e vestiti puliti. Assicuratevi che l’acqua sia tiepida, non calda: fate la solita prova col polso o il gomito. Immergete delicatamente il bimbo nella vaschetta usando una mano per sostenere le braccia e la testa, che deve rimanere fuori dall’acqua. Usate l’altra mano per sciacquare delicatamente senza spruzzare. Non lasciate mai il bimbo solo l’acqua; nemmeno per un secondo. Togliete il bimbo dall’acqua e asciugatelo, facendo particolare attenzione alle pieghe delle cosce, delle braccia e del collo. Si può utilizzare questo momento per eseguire un massaggio con olio: molti bambini apprezzano questa pratica e li aiuta a rilassarsi e a dormire. È prudente eseguire queste azioni sull’asciugamano poggiato a terra poiché sia voi che lui potreste essere scivolosi. Se vi sembra che il bimbo sia spaventato dal bagnetto e piange, provate a fare il bagno insieme a lui, ma assicuratevi che l’acqua non sia troppo calda (il termostato dello scaldabagno non deve superare i 54°C). È più semplice e più sicuro se qualcun altro tiene il bimbo mentre entrate/uscite dall’acqua.

 

Andiamo fuori?

 

Il bimbo è pronto per andare fuori quando specie la mamma si sente abbastanza in forma e sicura per farlo. Attenti anche a voi e non solo a lui. Quando portate in giro il bimbo in carrozzina o passeggino, non portatelo con un solo braccio, poiché questo procura sforzo ai muscoli e alle articolazioni, e provoca mal di schiena. Portate invece la carrozzina con due mani e tenetela vicino. Passeggiare Camminare fa bene a tutti e due. Un bimbo leggero si porta facilmente anche nel marsupio o in una fascia a qualsiasi età. Quando è freddo copritelo, ma spogliatelo quando entrate in un ambiente caldo, anche se sta dormendo.

 

Quando fa caldo

 

I bambini sono vulnerabili agli effetti del sole, poiché la loro pelle è sottile ed è ridotta la loro capacità di produrre il pigmento melanina, che serve a proteggere dalle scottature da sole. Ai bambini con capelli biondi o rossi, occhi chiari e lentiggini bisogna prestare più attenzione poiché più chiara è la pelle, minore è la melanina prodotta, e maggiore è la probabilità che il bimbo si scotti. Se ha meno di sei mesi, non esponetelo al sole. Anche i bambini più grandi devono comunque essere sempre protetti, sia con gli indumenti che con i filtri ad alta protezione.

 

Uscire in automobile

 

È assolutamente molto pericoloso portare un bambino in auto senza i dispositivi di sicurezza raccomandati sia sul sedile anteriore sia su quello posteriore dell’auto. I sistemi per gli adulti (cinture di sicurezza e airbag) sono inadatti a tenere fermi e proteggere i bambini fino a circa 36 kg di peso e a 12 anni di età. I bambini crescono rapidamente e per questo motivo sono necessari sistemi di sicurezza diversi a seconda delle varie età. L’unico modo per portare in auto un bambino è di metterlo nel seggiolino con le cinture di sicurezza. Tenete a mente questi dati. Se mettiamo il bimbo su un seggiolino, il rischio si riduce del 50%. Se il seggiolino è adeguato all’età e al peso, il rischio si riduce ancora del 30%. Se il seggiolino è fissato correttamente all’auto, il rischio si riduce ancora del 10%. Quindi, se facciamo tutte queste cose in maniera corretta, riduciamo il rischio del 90%. In alcune aree è possibile trovare in prestito seggiolini per affrontare il primo viaggio di ritorno a casa dal reparto di maternità. Informatevi, prima dell’ingresso in ospedale, se questo prestito è previsto. Se non è previsto, procuratevi il seggiolino adatto prima di uscire. Se nell’automobile è presente l’airbag per il passeggero anteriore, non si deve mettere il seggiolino nel sedile anteriore (neppure se tirato all’indietro) per il pericolo di soffocamento provocato dall’airbag. L’unico modo per posizionarlo è quello di escludere l’airbag, ma è meglio non correre rischi. Se viene posizionato sul sedile posteriore, il posto migliore è quello centrale se con cintura a tre punti, o quello laterale destro.

 

Due (o più) gemelli

 

I genitori con un solo bambino pensano che averne due insieme sia lo stesso tipo di esperienza, moltiplicata per due. Non è così. Prendersi cura di due (o più) gemelli è molto diverso che farlo per figli di età diverse: sicuramente c’è una gran mole di lavoro e spesso si ha necessità di trovare modalità differenti per eseguire le stesse cose. Stabilite l’aiuto che vi serve perché avete bisogno del maggiore sostegno possibile da parte delle istituzioni, della famiglia o di altri. Chiedete al Comune se esistono facilitazioni o contattate i servizi sociali per un aiuto, e chiedete quali sono le opportunità per questi casi: qualche ora di aiuto domestico potrebbe fare molta differenza. Potete ricevere notevole aiuto anche da parenti e amici, ma può essere utile anche mettersi in contatto con altri genitori di gemelli: attraverso queste associazioni si possono incontrare genitori con esperienze, trovare supporto e consigli pratici. Spesso potete trovare anche oggetti di seconda mano quali carrozzine e passeggini per gemelli. Presso l’Istituto Superiore di Sanità, che è l’organo tecnico-scientifico del Servizio Sanitario Nazionale è stato istituito il Registro Nazionale dei gemelli: si tratta di un registro, nato nel 2001 e costituito dal progressivo arruolamento di coppie di gemelli residenti in Italia (registro.naziona le.gemelli@iss.it - via Giano della Bella 34 -00162 Roma. Tel. +39 06 49904171-73-55. Fax +39 06 49904151). Su questo sito è possibile trovare molte informazioni anche sulle più importanti associazioni sia italiane che straniere, oltre a informazioni di ordine generale che riguardano il mondo dei gemelli.

 

Dopo la prima settimana, periodo che si trascorre in parte nel punto nascita e poi a casa, comincia il vero momento di conoscenza con questo essere misterioso che per tanto tempo si è formato dentro di te, mamma, e che adesso, come genitori, avete di fronte: il vostro bambino. Abbiamo pertanto deciso di seguire un percorso temporale, parlando di argomenti diversi che sollevano domande durante i primi mesi di vita del vostro bambino. Parleremo di allattamento al seno e di sonno, due argomenti molto sentiti nei primi mesi di vita. Ogni argomento è preceduto da una filastrocca. Questa idea nasce pensando di invogliarvi a scoprire la vostra voce di narratori. Un unico consiglio: osservate vostro figlio e cercate le risposte ai suoi bisogni seguendo il vostro istinto in modo da realizzare finalmente un incontro fra voi, senza esperti e con il maggior confronto possibile. Tanti cari auguri…

L’allattamento

 

Latte di mamma? Sono un bambino, sono il tuo dono prima non c’ero e adesso ci sono. Sono il domani, dalle tue mani devi difendermi con le tue mani. Sono il futuro, sono arrivato e sono qui perché tu mi hai chiamato. Come sarà l’orizzonte che tracci dipende da come mi abbracci (Bruno Tognolini).

“Non c’è nulla di più bello dello stare nel pieno della notte in una stanza silenziosa con un bambino tra le braccia e guardarlo mentre succhia soddisfatto e ricambia il tuo sguardo”. “Pensavo non ci volesse nulla se non metterla al seno e basta. Non immaginavo che ci fosse qualcosa da dover imparare o delle difficoltà. Per me le prime due settimane sono state scioccanti e faticose. Ero però determinata e volevo allattare e ora è una cosa favolosa”. Questi sono i pareri di due mamme alle prese con l’allattamento al seno. Il consiglio più ovvio e fortemente condiviso, che riguarda l’allattamento al seno, è che il latte materno è l’alimento migliore e che allattare è una cosa estremamente piacevole e gioiosa, ed è la cosa migliore da fare per il tuo bambino. Tutto questo è sicuramente vero. Allattare al seno è il modo migliore per dare protezione al tuo bambino nei confronti di tante malattie. Il tuo bambino ha bisogno solo di latte materno fino a 6 mesi di vita. Nei primi 2- 3 giorni dopo la nascita il tuo bambino potrebbe avere sonno e poca fame. Dal 3°-4° giorno di vita ed entro la prima settimana la produzione di latte aumenterà. Se tieni bene in braccio il tuo bambino assumendo una posizione corretta, e se fai attenzione a farlo attaccare bene al seno in modo che prenda in bocca anche buona parte dell’areola del tuo seno (la parte scura intorno al capezzolo), il tuo bambino mangerà di più e tu produrrai più latte, Il consiglio che possiamo darti è di lasciarlo libero di poppare quando vuole; non ci sono problemi di alcun genere nel fare questo. L’allattamento inizialmente può essere faticoso e sembrare difficile, ti potresti non sentire adeguata a nutrire il tuo bambino, e sicuramente sentirsi totalmente responsabile della sua crescita può essere un compito arduo. Non preoccuparti: queste sensazioni di inadeguatezza sono del tutto normali. Diceva Winnicott, un pediatra del secolo scorso che ha contribuito molto alla crescita e alla formazione di tanti pediatri: “… amare è una faccenda complicata e non un semplice istinto, sarebbe d’aiuto comunicare alle mamme che può capitare di non provare immediatamente amore per i propri figli o di non sentirsela di allattarli…”. Il consiglio che ti possiamo dare è di chiedere sostegno, se sei in difficoltà, ad altre donne (mamme, nonne o associazioni che si occupano di allattamento) o all’ostetrica del consultorio o al tuo pediatra, e di avere fiducia nelle tue capacità. Considera che alcuni bambini possono fin dalle prime poppate avere orari precisi, altri ci mettono tempo. Nelle prime settimane, quindi, potresti notare che il tuo bambino mangia a volte più a lungo, altre volte più spesso; cerca di seguirlo in questo “disordine”, cerca di rispondere a questi suoi bisogni. Una volta attaccato al seno, fai durare la poppata per quanto il tuo bimbo vuole; alcune mamme offrono dopo un po’ l’altro seno; non è però obbligatorio: puoi offrirgli l’altro seno alla poppata successiva. Offrendo il tuo latte quando il tuo bimbo vuole, produrrai tanto latte. Certo all’inizio ti sembrerà di non poter fare nulla se non allattare e cambiare pannolini e ti ritroverai spesso con il seno scoperto. Ricorda però che tutto questo dura poco; man mano che il tuo bimbo cresce, gli intervalli per poppare si allungheranno. Considera poi che i bambini hanno dei momenti di crescita in peso maggiore intorno al 10° giorno di vita, a 6 settimane e a 3 mesi; in questi periodi il tuo bimbo potrebbe mangiare più spesso e chiedere più latte, la tua produzione di latte quindi aumenterà per rispondere a queste nuove necessità. Ti chiederai: “Come faccio a sapere che cresce con il mio latte?”. Questa è la domanda che assilla tutti i genitori perché il latte materno non si può dosare. Allora se il tuo bambino bagna regolarmente di pipì i pannolini (almeno 5 nella giornata), se cresce secondo la sua curva di crescita (e questo sarà il tuo pediatra a valutarlo ai bilanci di salute dei primi mesi di vita) e se il tuo bimbo durante la giornata ha dei momenti di veglia in cui si mostra vivace e attento, allora non preoccuparti.

 

La nanna

 

Fai la nanna per favore Fai la nanna per favore fai la nanna piccolo amore. E ascolta la storia di quel pesciolino che non faceva mai un pisolino. Che non dormiva un’ora filata e la sua mamma era disperata. Che niente riusciva a farlo dormire e nessuno sapeva cosa dire. Amici ed esperti eran stati chiamati ma eran finiti tutti addormentati. Allora il pesciolino senza sonno dopo aver parlato con il pesce nonno ha preso gli esperti, ha preso la mamma e li ha messi tutti a fare la nanna. E lui se n’è andato con la sua amica Vale a farsi un bicchiere di acqua minerale. (Giusy Guarenghi)

Nei primi mesi ci sono bambini che dormono più di altri; alcuni fanno lunghi sonni, altri sonnellini brevi, c’è chi dorme tranquillo per tutta la notte e chi si sveglia diverse volte. Ogni bambino ha un suo “stile” di sonno e di risvegli, che probabilmente sarà diverso da quello di altri bambini che conosci. Nelle prime settimane di vita, una volta a casa, sarà spesso difficile che le tue necessità di dormire siano le stesse del tuo bambino. Il consiglio che ti possiamo dare è di cercare di seguire i ritmi del tuo bambino: riposa quando lui riposa se hai bisogno di recuperare sonno. I bambini dormono tranquillamente in ambienti anche con un po’ di rumore di sottofondo, non preoccuparti di questo, imparerai presto a capire i ritmi del tuo bambino. I bambini, come gli adulti, hanno due tipi diversi di sonno chiamati in gergo tecnico sonno REM e sonno non REM; questi tipi di sonno si alternano. Il sonno non REM (vuol dire senza movimenti rapidi degli occhi) si divide in 4 stadi diversi e durante questo tipo di sonno la nostra mente produce tantissimi pensieri che però non ricordiamo. Il sonno REM (con movimenti rapidi degli occhi) è un tipo di sonno durante il quale siamo “non connessi” con il mondo, abbiamo poca sensibilità, siamo quasi in uno stato paralitico. È durante questo tipo di sonno che noi sogniamo e forse, ci di co no gli esperti, sogniamo anche un po’ di quelle cose che pensiamo durante il sonno non REM; ci raccontiamo delle “storie” che fanno parte della nostra storia. Il lattante sogna tanto, più di un adulto, e nel lattante la fase del sonno profondo non è poi così profonda come quella dell’adulto; infatti un bimbo piccino può muoversi, ridere, piangere. Inoltre, nei primi tre mesi di vita, il bambino ha, rispetto all’adulto, i periodi di veglia e i periodi di sonno della stessa durata, quindi fino a questa età un bimbo avrà durante la giornata, un’alternanza di momenti della stessa durata di sonno e di veglia. Dal terzo mese Al 3° mese comincia la produzione nel cervello di un ormone che si chiama melatonina, che serve a rendere più lunghi i periodi di veglia e di sonno; oltre a questo, anche le abitudini fanno sì che i periodi in cui il bimbo è sveglio di giorno aumentino fino a occupare a 5 anni tutto il giorno solare, e quelli in cui il bimbo sta sveglio di notte si riducono a circa 3-4 di brevissima durata che il bimbo non ricorda. Questi risvegli servono per cambiare posizione del proprio corpo ma specialmente, in maniera non consapevole, per intercettare possibili pericoli; essi sono come dei meccanismi inconsci di difesa. Proprio per queste caratteristiche del sonno il neonato e il bambino tendono a risvegliarsi più facilmente. Certamente ti chiederai: “Quante ore dovrebbe dormire il mio bambino?”. È una domanda frequente e la risposta non è uguale per tutti. Alcuni bambini hanno bisogno di dormire molto, e riposano tra una poppata e l’altra, altri rimangono svegli. Non per questo bisogna pensare che ci sia qualcosa di strano, sono semplicemente fatti così. Se il tuo bambino appartiene alla “categoria” dei poco dormiglioni, questo può essere un problema specie per la mamma, occupata per la gran parte della giornata con le poppate, i cambi, i pianti ecc. Il lavoro di mamma è pieno di gratificazioni ma spesso molto faticoso; basti pensare che in alcune società, come per esempio quella indiana, la neo-mamma non viene mai lasciata sola, ma subito dopo il parto si reca dalla propria mamma che si occupa del neonato al posto della figlia: questa è invece sostenuta e circondata da altre mamme che l’aiutano a riconoscersi nel suo nuovo ruolo. Mentre il tuo bimbo cresce, anche il suo ritmo sonno-veglia maturerà, e se, con spontaneità e fiducia nelle proprie capacità di mamma o papà, riesci a rispondere ai suoi bisogni, ella o egli sarà abbastanza capace di autoregolare il proprio sonno. Stabilire poi, man mano che cresce, delle routine prima dell’addormentamento aiuta il tuo bimbo a prepararsi per il sonno: il bagno, il pigiama, un momento di coccole, la lettura di una storia della buonanotte, la presenza di un piccolo pupazzo o altro sono esempi pratici. Ancora ti chiederai: “Il lettone o la culla?”. Anche a questa domanda non c’è una risposta unica, quello che possiamo consigliare è di tenere vicino il proprio bambino fino al 6° mese di vita. Non ci sono poi elementi scientifici che ci consentano di dire che dormire insieme o non dormire insieme influisca sullo stato fisico o emotivo del bambino. La cosa più giusta è quella che a voi come mamme e papà sembra sensata. “A pancia sotto o a pancia in su?”. A questa domanda c’è invece una sola risposta, basata su evidenze scientifiche: tutti i neonati devono dormire supini, cioè a pancia in su. Pensa che questo semplice cambiamento di posizione durante il sonno ha dimezzato il numero di morti improvvise in culla, una malattia chiamata SIDS. E quindi per un sonno sicuro metti il tuo bambino a dormire a pancia in su. Evita coperte pelose, paracolpi e altri oggetti di stoffa e cuscini grossi. Non coprire troppo il tuo bambino con tutine pesanti o coperte pesanti: il surriscaldamento aumenta il rischio di SIDS. Il fumo di sigaretta passivo è dannoso, proteggi il tuo bambino.

 

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